Charlie

Saturday, 16 July 2016
Erdogan Akbar
I seguaci di Erdogan festeggiano e gridano Allah Akbar. Più che uno slogan politico, sembra una malattia mentale collettiva.
Questi non sono democratici e non sono alleati possibili: sono nemici. Bisogna tenerne conto perché sono tanti, troppi, non perché la loro posizione sia rispettabile o legittima. Forse per questo bisognerà mediare, ma l'obiettivo è solo uno: cancellarli insieme a tutto l'estremismo religioso.
Friday, 15 July 2016
Islamofobia
E se come dicevamo: non ci sono stranieri, e il mondo è un solo paese, non ci sono cose che possiamo chiamare lontane. Non ci sono cose che non ci riguardano.
Ogni attacco alla libertà di un altro uomo, è un attacco fatto anche a me.
La negazione dei diritti umani fondamentali, in qualunque luogo dell'Africa o dell'Asia, dell'America o dell'Oceania, riguarda anche me.
Ogni luogo in cui la legge si fonda su un testo sacro, e in cui un giudice pensa di poter uccidere o mutilare per "blasfemia", è il mio luogo: è la mia città.
E se questo avviene a casa mia, se viene torturato mio fratello, se vengono negati i diritti di mia sorella, non guardo a questo luogo con l'interesse astratto dell'antropologo che osserva per curiosità, ma con l'interesse dell'uomo vivo e preoccupato che osserva per fare e per cambiare.
Non è un problema accademico, ma un problema politico.
Non c'è autodeterminazione di nessuna regione del mondo che possa essere utilizzata per giustificare gli attacchi alle libertà di pensiero, di parola e di penna ai miei compatrioti del mondo.
Non c'è "cultura" barbara che possa giustificare la repressione, o la negazione dei diritti per questioni di opinione, di lingua, di cultura o di sesso.
Ma se non esistono uomini diversi nei loro diritti e nei loro doveri, esistono pensieri diversi.
Esistono pernsieri barbari e criminali.
Esistono ideologie della violenza e della sopraffazione.
Esistono religioni della verità unica e del dio violento.
Su queste cose bisogna dire la verità e bisogna prendere posizione.
Per non lasciare che la tensione dell'incomprensione diventi razzismo, bisogna distinguere tra la razza dall'ideologia. Le razze, se esistono, vanno bene tutte. Le ideologie e le religioni no.
Io non so se l'Islam sia quello che dicono gli islamisti criminali che gridano Allah Akbar e si invitano reciprocamente a massacrare gli infedeli. Spero di no perche i mussulmani sono 2.000.000.000 e saremmo davvero nei gui.
Se però l'Islam è quello, e milioni di mussulmani dicono che lo sia, l'Islamofobia è un dovere.
Se l'Islam è quello, è un pensiero medioevale, intelletualmente primitivo e culturalmente inferiore, e non merita rispetto.
Se l'Islam è quello, è una ideologia della sopraffazione che nega le regole comuni della libertà degli altri, e non può godere dei diritti e delle protezioni che le ideologie del dialogo e del confronto hanno.
Se l'Islam è quello. bisogna saper vedere ciò che lo differenzia dal resto del mondo e delle ideologie.
Se l'Islam è quello, io sono "islamofobico".
Ogni attacco alla libertà di un altro uomo, è un attacco fatto anche a me.
La negazione dei diritti umani fondamentali, in qualunque luogo dell'Africa o dell'Asia, dell'America o dell'Oceania, riguarda anche me.
Ogni luogo in cui la legge si fonda su un testo sacro, e in cui un giudice pensa di poter uccidere o mutilare per "blasfemia", è il mio luogo: è la mia città.
E se questo avviene a casa mia, se viene torturato mio fratello, se vengono negati i diritti di mia sorella, non guardo a questo luogo con l'interesse astratto dell'antropologo che osserva per curiosità, ma con l'interesse dell'uomo vivo e preoccupato che osserva per fare e per cambiare.
Non è un problema accademico, ma un problema politico.
Non c'è autodeterminazione di nessuna regione del mondo che possa essere utilizzata per giustificare gli attacchi alle libertà di pensiero, di parola e di penna ai miei compatrioti del mondo.
Non c'è "cultura" barbara che possa giustificare la repressione, o la negazione dei diritti per questioni di opinione, di lingua, di cultura o di sesso.
Ma se non esistono uomini diversi nei loro diritti e nei loro doveri, esistono pensieri diversi.
Esistono pernsieri barbari e criminali.
Esistono ideologie della violenza e della sopraffazione.
Esistono religioni della verità unica e del dio violento.
Su queste cose bisogna dire la verità e bisogna prendere posizione.
Per non lasciare che la tensione dell'incomprensione diventi razzismo, bisogna distinguere tra la razza dall'ideologia. Le razze, se esistono, vanno bene tutte. Le ideologie e le religioni no.
Io non so se l'Islam sia quello che dicono gli islamisti criminali che gridano Allah Akbar e si invitano reciprocamente a massacrare gli infedeli. Spero di no perche i mussulmani sono 2.000.000.000 e saremmo davvero nei gui.
Se però l'Islam è quello, e milioni di mussulmani dicono che lo sia, l'Islamofobia è un dovere.
Se l'Islam è quello, è un pensiero medioevale, intelletualmente primitivo e culturalmente inferiore, e non merita rispetto.
Se l'Islam è quello, è una ideologia della sopraffazione che nega le regole comuni della libertà degli altri, e non può godere dei diritti e delle protezioni che le ideologie del dialogo e del confronto hanno.
Se l'Islam è quello. bisogna saper vedere ciò che lo differenzia dal resto del mondo e delle ideologie.
Se l'Islam è quello, io sono "islamofobico".
Thursday, 23 June 2016
Stranieri
I nazionalisti Inglesi hanno deciso di uscire dall'Unione Europea.
Non lo hanno fatto per i soldi. Lo hanno fatto per l'ideologia e lo hanno fatto per terrore della diversità e per poter chiudere le porte ai presunti "Stranieri".
Peccato. Evidentemente gli "Stranieri" sono loro.
Thursday, 16 June 2016
Il ché è un punto di partenza di un ragionamento che a tratti mi fa pensare cose che il senso comune qualifica come "di sinistra" (e da sempre mi ci sento bene) e a tratti mi fa pensare cose che sarebbero invece "di destra", una cosa che un po' mi imbarazza.
La prima ovvietà è che qui, come altrove, siamo tutti - in linea di principio - a casa.
Non ci sono passaporti, carte, permessi e timbri che tengano: il mondo è di tutti.
Le migliaia di fratelli, poveri, compagni, disperati, sognatori, sommersi e salvati che attraversano le frontiere appartengono alla categoria del NOI e non alla categoria dell'altro. Noi: la gente che si muove su questo pianeta. Elementi dello stesso insieme. Gente che è dentro e non fuori.
E questo mi sembra facile da pensare e da dire.
Wednesday, 15 June 2016
Cittadini
Non riesco a pensare altrimenti.
Gli Italiani non esistono, e neppure i Francesi, gli Americani, i Russi, i Nepalesi, gli Indonesiani...
Esistono gli Uomini, tutti con gli stessi diritti, e naturalmente anche tutti con gli stessi doveri.
Friday, 19 February 2016
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