Charlie

Charlie

Tuesday 20 January 2015

Je suis... oui, je suis Charlie


Dio mio, quanti distinguo!
Il dito e' conficcato nella piaga e fa un male cane.

Chi ci capisce più? Le parole d'ordine dei "buoni" si contraddicono e non si sa più cosa pensare: libertà o sicurezza? Una scelta difficile. Libertà o rispetto? Sembrano buoni tutti e due...  Ha ragione il Papa e non bisogna offendere "la mamma altrui"? Hanno ragione i mussulmani moderati che il Profeta comunque non si disegna? Oppure: se la libertà di parola e' libertà senza aggettivi o limiti, vale anche per i cattivi? i razzisti? i fascisti? i mussulmani che indottrinano sui loro assolutismi? O addirittura quelli che incitano al massacro?
E se si deve definire una linea, vale il mio senso comune che mi dice che una vignetta è una vignetta, e al massimo non si ride, oppure quello di qualcuno che trova la cosa davvero di cattivo gusto ed imbraccia il kalashnikov?

Je suis Charlie! Nous sommes Charlie! Mais non... peut être nous ne sommes pas Charlie du tout. Appena passata l’emozione del primo momento non ne siamo più certi, a destra come a sinistra.

Questo totem invadente della diversità culturale assolve da tutte le colpe? Dalla responsabilità per la violenza sui bambini? o per la mancanza di liberta? o per la colpa dell'infibulazione? O per la distruzione delle statue del Budda in Afganisthan? o per la decapitazione degli infedeli?
C'e' differenza tra la barbarie e la civiltà? L'eliminazione del confine netto tra la prima e la seconda e' il fondamento stesso della libertà di opinione: l'idea che la verità può essere di casa un po' dappertutto. Eppure il suo mantenimento sembra necessario per non mettere sullo stesso piano gli assassini e gli assassinati. 

Gli attentatori di Parigi hanno sicuramente ottenuto un risultato: ci hanno obbligato a ripensare, di nuovo, un problema vecchio. Le teste ronzano di pensieri (non quelle vuote, che pur esistono). Voltaire e Locke ritornano sugli scaffali delle librerie. Non dovremmo ripartire da zero. Eppure… appena entriamo dentro le domande inizia una fibrillazione di risposte contraddittorie e, sembra di capire, tutte sbagliate. La domanda deve essere difficile. 

Eppure, a metterla giù bene, una risposta convincente ci deve essere. Almeno una risposta utile, se non assoluta.

Io non la so. Ci sto pensando. Eppure lo sento. Sono pronto a vivere per alcuni valori e credo che, se fosse proprio necessario, dovrei essere pronto anche a morire: “Libertà va cercando, ch’è sì cara, come sa chi per lei vita rifiuta.”

È una scelta di campo: una cosa soggettiva. Non la so definire con precisione – non ancora – ma credo che si chiami Laicità.

Io sto con Salman Rushdie che vive da anni sotto scorta per aver scritto un libro. Io sto con Wolinsky ed i fratelli maleducati ma liberi di Charlie Hebdo, i morti che ripiango ed i vivi che ammiro per il loro coraggio, per le vignette belle e anche per le brutte. Io sto con i giornalisti dello Jyllands-Posten e le loro 12 vignette di Maometto. Con i giornalisti licenziati per averle ripubblicate in tutto il mondo. Io sto con Theo Van Gogh ucciso per un film. Io sto con la lista lunghissima ed anonima di convertiti condannati, di adultere lapidate, di omosessuali uccisi, di vigliacchi piegati dalla paura, di coraggiosi decapitati.

Questo è il mondo globale che vedo… che voglio. Questa è casa mia, di cui l’Occidente è la mia stanza. Una stanza aperta a tutti in una casa aperta a tutti, in cui non ci interessa di che razza sei, ma in cui i preti parlano ma non comandano. Una casa in cui non va bene tutto e in cui esiste un l’unico vero reato di opinione: negare la libertà di opinione altrui. E da questo reato - e peccato - ci si difende.

Buona fortuna a tutti.

Monday 12 January 2015

Liberte'

Abbiamo un pianeta solo. Vogliamo una nazione sola, e la vogliamo libera.
No ai libri sacri e no alle fatwe... per favore.

Wednesday 7 January 2015

Charlie Hebdo

La liberta' di pensare, parlare, scrivere e disegnare non si puo' e non si deve sottomettere al fumoso buon gusto di nessuno.
Oltre che assassini, sono mentecatti, loro e le loro fole sul Corano e su Allah. Come tutti quelli che credono di avere la verita' ed il diritto alla violenza e che vogliono chiudere le bocche degli altri.
All'amore per la liberta' non si puo' venir meno per un presunto "rispetto" definito unilateralente e preteso dai sapientoni che si sentono mandati da dio. Ovviamente di tutti gli dei e di tutte le religioni.

Anche se poi, mi dispiace dirlo, evidentemente oggi c'e' una tra le grandi religioni (grandi per il numero degli iscritti) che e' attraversata da forze profonde illiberali, massimaliste e violente: ed e' l'Islam. Che non sara' tutto cosi', ma che proprio per questo deve disconoscere, irridere e combattere le pretese verita' degli assassini se non vuole coprirsi interamente del discredito che questi le portano dichiarandosi suoi fedeli.

Se il mondo e' il nostro paese, vogliamo la liberta di girare, guardare, pensare, dire e disegnare. E chi la nega e' un pericoloso nemico della civilta' e dei diritti umani.

Torniamo all'ABC: la liberta' di religione di tutti i santoni del mondo c'e' solo finche' non calpesta la mia liberta' di non religioso. Essere contro alle stupidaggini oscurantiste non e' solo un diritto, ma un dovere. E oggi non accettare le pretese gridate e sparate da milioni di mussulmani NON E' RAZZISMO, ma lotta all'intolleranza.