Charlie

Charlie

Friday 13 November 2015

One world


Un mondo. Un mondo solo di gente come noi sull'orlo del baratro. Se non troviamo insieme la soluzione, nel baratro ci cadremo dentro.

Ma la soluzione dov'è? Qual è? Come si trova una soluzione insieme a chi si sente ispirato da un dio violento ed aggressivo?

In questo mondo, che è la nostra casa comune, ci sono regole che devono valere per tutti (o purtroppo non valgono per nessuno).

Sono i diritti, primo tra tutti il diritto alla libertà. La libertà è laica, e chi le nega è un fascista, o un religioso fondamentalista. E negandola si mette fuori dalla convivenza civile e ne sospende le regole. E rinuncia alla sua protezione.

Allah non è più grande. E' diventato una bestemmia ed una minaccia sulla bocca di delinquenti che devono essere sconfitti.  Chi lo prega senza essere allo stesso tempo un campione dei principi di libertà, è un ambiguo fiancheggiatore.

Ai Mussulmani liberali e laici (sono certo che esistono, ne conosco...),  agli uomini e soprattutto alle donne porto le mie condoglianze. Questi attentati sono contro di voi, contro la vostra voglia di vivere una vita libera. Toglietevi quel velo che vi umilia e buttatelo alle ortiche

L'Europa è laica e non può farsi colpire senza proteggersi e senza reagire. Mi dispiace.

Vive la France

Wednesday 19 August 2015

Le due repubbliche


Le due repubbliche

Una volta c'erano due repubbliche: una si chiamava Repubblica di Sempronia e l'altra Repubblica di Tizia. C'erano da tanto tempo, da secoli, ed erano sempre state confinanti.

I ragazzi di Sempronia, a scuola imparavano che la Sempronia confinava a ovest con la Tizia, e guai se non lo tenevano a mente.

I ragazzi di Tizia imparavano che la Tizia confinava ad est con la Sempronia e se non rispondevano giusto su questo punto venivano bocciati.

In tanti secoli, si capisce, la Sempronia e la Tizia avevano litigato un'infinita di volte e si erano fatte una decina di guerre a dir poco, prima con le lance, poi con le colubrine, poi con i cannoni, gli aeroplani, i carri armati, eccetera. Mica che i Semproniani e i Tiziani si odiassero. Anzi, quando c'era la pace, i Semproniani si affrettavano a visitare la Tizia e la trovavano molto bella, e i Tiziani passavano le vacanze in Sempronia, e ci si trovavano benissimo.

Però i ragazzi, a scuola, studiando la storia, ne venivano a sapere di tutti i colori sui loro vicini.
Gli scolari di Sempronia leggevano nei loro libri che le guerre erano sempre scoppiate per colpa della Tizia.

Gli scolari di Tizia leggevano nei loro libri che i Semproniani avevano più volte aggredito la loro patria.

Gli scolari di Tizia studiavano: — Nella famosa battaglia di Pensaunpò) i Semproniani furono messi vergognosamente in fuga.

Gli scolari di Sempronia recitavano: — Nella famosa battaglia di Pocodopo i Tiziani subirono una paurosa sconfitta.

Nei libri di storia di Sempronia erano elencate accuratamente le malefatte dei Tiziani.

Nei libri di storia di Tizia c'era il registro completo dei delitti dei Semproniani.

Una bella confusione, vero? Però non e colpa mia. Le cose stavano cosi, tra quelle due repubbliche, e forse anche tra altre repubbliche che adesso non mi vengono in mente.


GIANNI RODARI, IL LIBRO DEGLI ERRORI

Tuesday 18 August 2015

2 Patrie



Le Nazioni sono una profezia che si autoavvera. Per amore o per forza.
Si dice che Massimo D’Azeglio, uno dei padri del cosiddetto “Risorgimento” Italiano, abbia affermato che "Fatta l'Italia, restavano da fare gli italiani", e non aveva torto.

Questa frase rotonda e schietta dice una grande verità che D’Azeglio e i suoi contemporanei sapevano essere tale, e che noi abbiamo invece dimenticato. Proprio perché D’Azeglio è stato ascoltato, tra scuole, guerre, sport, emigrazioni, repressione del dissenso e mezzi di comunicazioni di massa, gli Italiani sono stati fatti e ADESSO esistono. Non sono un granché, però esistono.

Chissà perché a scuola ce la insegnavano? È che ormai, dopo un secolo di indottrinamento e qualche milione di morti, “essere Italiani” sembrava naturale, e la mia povera maestra pensava davvero che l’Idea di D’Azeglio fosse da interpretare come un invito ad educare “Italiani bravi e colti”, e non proprio a farli partendo da qualcosa che “italiano” non era.

Ma la storia è capace di logorare in fretta le “verità” non più adatte ai tempi nuovi, ed oggi, dopo pochi decenni, quella ingenua fiducia pare quasi fuori dal tempo.

1. Patrie



Di dove sei? Sono Italiano. Sono Cinese. Sono Turco. Se sono fortunato sono Americano. Se sono sfortunato, di qualche posto da cui si scappa per fame o per paura. “Avec papier” (Dollari, Euro e documenti) o “Sans papier” (senza soldi e senza documenti).

Non riesco a togliermi l’impressione che ci sia qualcosa di storto nella domanda, ed anche nella risposta. È che dietro alle parole, dietro anche alle idee che vogliamo dire, si vede in trasparenza una struttura di pensiero che sembra il vestito del povero Arlecchino: un mondo cucito con pezze di tutti i colori. Un mondo fatto a Nazioni.

Ma cosa saranno poi queste nazioni? Queste “patrie” in nome di cui si è tanto ucciso, il cui interesse verrebbe – nelle ideologie distorte dei nazionalisti – prima dell’interesse degli individui, e anche prima dell’interesse collettivo dell’umanità in quanto tale?

Chi ci crede, e ci deve ben credere chi è disposto ad ammazzare e a farsi ammazzare, ti guarderà sorpreso se gli fai la domanda, perché la domanda è per lui, ancora, incomprensibile. “Io sono Italiano”. O, un po’ più pieno di sé, “Io sono Inglese.” O, un po’ più spaventoso (non facciamo finta di non saperlo) “Io sono Tedesco”. Guarda le mie mani, i miei capelli, la mia faccia: mani, capelli e faccia da Italiano, Inglese o Tedesco.

Forse qualcuno ne dubita, ma sono le briciole ai margini di quest’arlecchinata: quei pochi milioni che vivono vicino ai confini che si sono spostati da pochi anni e che ricordano bene: io adesso sono Croato, ma prima ero Jugoslavo. E, ora come allora, guai a non dirlo con orgoglio e senza esitazione.


In realtà… vorrei dirvi la mia verità: è tutta una menzogna. Siete tutti dei senzapatria. Siete tutti degli individui che cercate di farvi caldo stando vicini. Il guaio è che poi a volte di caldo ve ne fate fin troppo e le cose vanno a finire male.

Thursday 23 July 2015


Ai giovani socialisti, internazionalisti e progressisti di Suruc, senza veli e senza fanatismi, speranza di un mondo  un po' migliore di quello che vediamo accadere ogni giorno.
La violenza fatta a voi dai pazzi religiosi dell'Islam è fatta a tutti noi laici.
E importante che ci siate stati, e che ci siate ancora.
Grazie.

Friday 27 February 2015

I mourn my atheist brother Avijit Roy, martyr of freedom.May the Earth swallow the mad black men and their stupid god.








http://m.bbc.com/news/world-asia-31665373 

Egyptian Islamist Wagdi Ghoneim on Slaughter of Copts in Libya: Treacher...





Freedom of expression only works when it is reciprocal.


Poveri deficienti.
Allora, io mi sto stancando. Se questo non e' l'Islam (ma comincio a dubitarne) allora l'Islam, chiunque esso sia si deve alzare in piedi e gridare a questi mentecatti che cosa sono (per l'appunto deficienti e mentecatti).
Chiunque tace e' responsabile.
Distruzione statue e bassorilievi antichi (ANSA)
ANSA.IT

Tuesday 20 January 2015

Je suis... oui, je suis Charlie


Dio mio, quanti distinguo!
Il dito e' conficcato nella piaga e fa un male cane.

Chi ci capisce più? Le parole d'ordine dei "buoni" si contraddicono e non si sa più cosa pensare: libertà o sicurezza? Una scelta difficile. Libertà o rispetto? Sembrano buoni tutti e due...  Ha ragione il Papa e non bisogna offendere "la mamma altrui"? Hanno ragione i mussulmani moderati che il Profeta comunque non si disegna? Oppure: se la libertà di parola e' libertà senza aggettivi o limiti, vale anche per i cattivi? i razzisti? i fascisti? i mussulmani che indottrinano sui loro assolutismi? O addirittura quelli che incitano al massacro?
E se si deve definire una linea, vale il mio senso comune che mi dice che una vignetta è una vignetta, e al massimo non si ride, oppure quello di qualcuno che trova la cosa davvero di cattivo gusto ed imbraccia il kalashnikov?

Je suis Charlie! Nous sommes Charlie! Mais non... peut être nous ne sommes pas Charlie du tout. Appena passata l’emozione del primo momento non ne siamo più certi, a destra come a sinistra.

Questo totem invadente della diversità culturale assolve da tutte le colpe? Dalla responsabilità per la violenza sui bambini? o per la mancanza di liberta? o per la colpa dell'infibulazione? O per la distruzione delle statue del Budda in Afganisthan? o per la decapitazione degli infedeli?
C'e' differenza tra la barbarie e la civiltà? L'eliminazione del confine netto tra la prima e la seconda e' il fondamento stesso della libertà di opinione: l'idea che la verità può essere di casa un po' dappertutto. Eppure il suo mantenimento sembra necessario per non mettere sullo stesso piano gli assassini e gli assassinati. 

Gli attentatori di Parigi hanno sicuramente ottenuto un risultato: ci hanno obbligato a ripensare, di nuovo, un problema vecchio. Le teste ronzano di pensieri (non quelle vuote, che pur esistono). Voltaire e Locke ritornano sugli scaffali delle librerie. Non dovremmo ripartire da zero. Eppure… appena entriamo dentro le domande inizia una fibrillazione di risposte contraddittorie e, sembra di capire, tutte sbagliate. La domanda deve essere difficile. 

Eppure, a metterla giù bene, una risposta convincente ci deve essere. Almeno una risposta utile, se non assoluta.

Io non la so. Ci sto pensando. Eppure lo sento. Sono pronto a vivere per alcuni valori e credo che, se fosse proprio necessario, dovrei essere pronto anche a morire: “Libertà va cercando, ch’è sì cara, come sa chi per lei vita rifiuta.”

È una scelta di campo: una cosa soggettiva. Non la so definire con precisione – non ancora – ma credo che si chiami Laicità.

Io sto con Salman Rushdie che vive da anni sotto scorta per aver scritto un libro. Io sto con Wolinsky ed i fratelli maleducati ma liberi di Charlie Hebdo, i morti che ripiango ed i vivi che ammiro per il loro coraggio, per le vignette belle e anche per le brutte. Io sto con i giornalisti dello Jyllands-Posten e le loro 12 vignette di Maometto. Con i giornalisti licenziati per averle ripubblicate in tutto il mondo. Io sto con Theo Van Gogh ucciso per un film. Io sto con la lista lunghissima ed anonima di convertiti condannati, di adultere lapidate, di omosessuali uccisi, di vigliacchi piegati dalla paura, di coraggiosi decapitati.

Questo è il mondo globale che vedo… che voglio. Questa è casa mia, di cui l’Occidente è la mia stanza. Una stanza aperta a tutti in una casa aperta a tutti, in cui non ci interessa di che razza sei, ma in cui i preti parlano ma non comandano. Una casa in cui non va bene tutto e in cui esiste un l’unico vero reato di opinione: negare la libertà di opinione altrui. E da questo reato - e peccato - ci si difende.

Buona fortuna a tutti.

Monday 12 January 2015

Liberte'

Abbiamo un pianeta solo. Vogliamo una nazione sola, e la vogliamo libera.
No ai libri sacri e no alle fatwe... per favore.

Wednesday 7 January 2015

Charlie Hebdo

La liberta' di pensare, parlare, scrivere e disegnare non si puo' e non si deve sottomettere al fumoso buon gusto di nessuno.
Oltre che assassini, sono mentecatti, loro e le loro fole sul Corano e su Allah. Come tutti quelli che credono di avere la verita' ed il diritto alla violenza e che vogliono chiudere le bocche degli altri.
All'amore per la liberta' non si puo' venir meno per un presunto "rispetto" definito unilateralente e preteso dai sapientoni che si sentono mandati da dio. Ovviamente di tutti gli dei e di tutte le religioni.

Anche se poi, mi dispiace dirlo, evidentemente oggi c'e' una tra le grandi religioni (grandi per il numero degli iscritti) che e' attraversata da forze profonde illiberali, massimaliste e violente: ed e' l'Islam. Che non sara' tutto cosi', ma che proprio per questo deve disconoscere, irridere e combattere le pretese verita' degli assassini se non vuole coprirsi interamente del discredito che questi le portano dichiarandosi suoi fedeli.

Se il mondo e' il nostro paese, vogliamo la liberta di girare, guardare, pensare, dire e disegnare. E chi la nega e' un pericoloso nemico della civilta' e dei diritti umani.

Torniamo all'ABC: la liberta' di religione di tutti i santoni del mondo c'e' solo finche' non calpesta la mia liberta' di non religioso. Essere contro alle stupidaggini oscurantiste non e' solo un diritto, ma un dovere. E oggi non accettare le pretese gridate e sparate da milioni di mussulmani NON E' RAZZISMO, ma lotta all'intolleranza.