Charlie

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Tuesday 18 August 2015

1. Patrie



Di dove sei? Sono Italiano. Sono Cinese. Sono Turco. Se sono fortunato sono Americano. Se sono sfortunato, di qualche posto da cui si scappa per fame o per paura. “Avec papier” (Dollari, Euro e documenti) o “Sans papier” (senza soldi e senza documenti).

Non riesco a togliermi l’impressione che ci sia qualcosa di storto nella domanda, ed anche nella risposta. È che dietro alle parole, dietro anche alle idee che vogliamo dire, si vede in trasparenza una struttura di pensiero che sembra il vestito del povero Arlecchino: un mondo cucito con pezze di tutti i colori. Un mondo fatto a Nazioni.

Ma cosa saranno poi queste nazioni? Queste “patrie” in nome di cui si è tanto ucciso, il cui interesse verrebbe – nelle ideologie distorte dei nazionalisti – prima dell’interesse degli individui, e anche prima dell’interesse collettivo dell’umanità in quanto tale?

Chi ci crede, e ci deve ben credere chi è disposto ad ammazzare e a farsi ammazzare, ti guarderà sorpreso se gli fai la domanda, perché la domanda è per lui, ancora, incomprensibile. “Io sono Italiano”. O, un po’ più pieno di sé, “Io sono Inglese.” O, un po’ più spaventoso (non facciamo finta di non saperlo) “Io sono Tedesco”. Guarda le mie mani, i miei capelli, la mia faccia: mani, capelli e faccia da Italiano, Inglese o Tedesco.

Forse qualcuno ne dubita, ma sono le briciole ai margini di quest’arlecchinata: quei pochi milioni che vivono vicino ai confini che si sono spostati da pochi anni e che ricordano bene: io adesso sono Croato, ma prima ero Jugoslavo. E, ora come allora, guai a non dirlo con orgoglio e senza esitazione.


In realtà… vorrei dirvi la mia verità: è tutta una menzogna. Siete tutti dei senzapatria. Siete tutti degli individui che cercate di farvi caldo stando vicini. Il guaio è che poi a volte di caldo ve ne fate fin troppo e le cose vanno a finire male.

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