Charlie

Charlie

Wednesday 10 September 2014

E il problema è che non ci si scappa: quando ho generalizzato, categorizzato e messo in ordine, poi le cose "vanno a posto da sole" e cambiare un pensiero è un lavoro difficile. I cassetti del mio ordine mentale hanno esistenza sostanziale; ancor di più quando sono condivisi con la nostra società, o quando sono ricevuti "con il latte" della mamma e ci cresciamo insieme.
Il mondo diventa quello che è perché lo guardo dal mio punto di vista. Però "non è un punto di vista" come se fosse determinato dal luogo in cui sono (e da cui quindi, in teoria, potrei anche spostarmi); quanto piuttosto un modo di vedere le cose che dipende da quello che sono (per cui, quindi, se anche mi sposto continuo a vedere tutto uguale o quasi)
E quindi sto lì, rigido come una "identità" e incapace di vedere il mondo dal "paradigma di vista" di qualcun altro. O meglio ancora di "nessun altro".

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